Un cervello sempre giovane by Elisabetta Muritti & Stefano Farioli Vecchioli

Un cervello sempre giovane by Elisabetta Muritti & Stefano Farioli Vecchioli

autore:Elisabetta Muritti & Stefano Farioli Vecchioli [Muritti, Elisabetta & Vecchioli, Stefano Farioli]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Body; Mind & Spirit, Healing, General
ISBN: 9788820097301
Google: _xw4DwAAQBAJ
editore: Sperling & kupfer
pubblicato: 2017-10-03T16:25:02+00:00


Una dolcezza mortale

Anche perché il problema non riguarda solo gli individui: è in pericolo la salute delle generazioni future. Cominciamo a parlare dello zucchero e di quanto faccia male un uso eccessivo. Una lattina di bibita gassata contiene all’incirca l’equivalente di dieci cucchiaini di zucchero e 150 kilocalorie, quanto mezzo piatto di pasta al sugo ma con un valore nutrizionale infinitamente minore.

Un elevato consumo di zucchero procura un incremento del peso corporeo di circa quattro grammi al giorno e fa aumentare i livelli di glicemia, vale a dire la quantità di zucchero nel sangue, con effetti deleteri per il corpo e soprattutto per il cervello, l’organo che dalla glicemia riceve i danni maggiori. Già, un’elevata concentrazione di zucchero accelera il processo di invecchiamento cerebrale, anche perché con l’avanzare dell’età l’organismo sopporta sempre meno zuccheri nel sangue.

Vediamo meglio. Uno dei processi scatenati dagli alti livelli di zuccheri che più danneggia i neuroni è quello della glicazione: gli zuccheri attaccano le proteine, impedendo loro di muoversi liberamente e alterandone la struttura e l’attività. Inoltre l’interazione perniciosa tra zuccheri e proteine porta alla formazione di pigmenti chiamati «AGE» (Advanced Glycation End-product, o prodotti glicati finali), che a loro volta incollano ancora di più le proteine fra loro. Il risultato finale è il rallentamento della comunicazione nervosa, l’insorgere di stati infiammatori all’interno del cervello e la produzione di radicali liberi nei neuroni, con il conseguente aumento di una precoce mortalità neuronale.

A tal proposito, numerosi studi stabiliscono un legame diretto tra una dieta eccessivamente ricca di zuccheri e un decremento sostanziale delle prestazioni legate all’apprendimento e alla memoria, molto probabilmente causato dalla diminuita efficienza dell’attività sinaptica. Tra le cause scatenanti c’è l’instaurarsi di una resistenza all’insulina (l’ormone che ha il ruolo di mantenere in equilibrio i livelli di zucchero nel sangue e di favorirne il trasporto all’interno delle cellule) in regioni specifiche del cervello, quali l’ippocampo e il lobo temporale, che rappresentano i bersagli principali dei processi neurodegenerativi tipici dell’Alzheimer.

Un altro effetto deleterio di un’alimentazione troppo dolce: la molecola dello zucchero stimola moltissimo il rilascio di serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore, e tale elevata attivazione, se protratta nel tempo, provoca un esaurimento della sua disponibilità all’interno di regioni specifiche del cervello. Di conseguenza tendono a manifestarsi alcune sintomatologie che contribuiscono alla depressione. Insomma, un consumo smodato di bibite gassate altamente dolcificate, di brioche e merendine e di tutte quelle delizie che ci vengono magnificate più volte nell’arco della nostra giornata dalla pubblicità può fare molto male al cervello, oltre a tutte le conseguenze negative sugli altri distretti del nostro organismo.

L’elenco di Bill Bryson, lo scrittore che abbiamo citato per il suo impegno nel raccontare l’America agli europei e che si è perduto nei meandri di un supermercato negli anni Novanta – ma le cose non sono poi cambiate di molto, se manca la consapevolezza –, sembra introdurci in un dolcissimo Inferno dantesco: «Girandole alle noci pecan, caramelle gommose alla pesca, caramelle dure frizzanti alle erbe, biscotti devil dogs con crema al cioccolato, e una crema al marshmallow da spalmare sui panini».



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